3 novembre 2025

Vi parlo di tagli del governo alla prevenzione

Articolo scritto da Gabriella Scrimieri

Il Governo Meloni dichiara un aumento del Fondo Sanitario Nazionale. Si parla di + 2,37 miliardi per il 2024 e + 4,12 miliardi per il 2025. Il FSN è stimato a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140,6 miliardi nel 2026. Ma il dato importante è che la spesa in sanità (come percentuale e del PIL che misura appunto quanto della ricchezza del paese viene investita in salute) è prevista stabile o addirittura in lieve calo. Si parla del 6,05 - 6,02% del PIL, livelli bassi se paragonati alla spesa storica e agli altri paesi europei. 


Nel 2024, la spesa sanitaria pubblica italiana è stimata al 6,3% del PIL, inferiore alla media europea (6,9%) e a quella dell'OCSE (7,1%), posizionando l'Italia all'ultimo posto tra i Paesi del G7. Questo sotto finanziamento pubblico rispetto all'Europa, con un gap di circa 43 miliardi di euro, porta a un aumento della spesa privata out-of-pocket per i cittadini. 


Confronto della spesa sanitaria pubblica (2024) 

  • Italia: 6,3% del PIL.
  • Media Europea: 6,9% del PIL.
  • Media OCSE: 7,1% del PIL.


Implicazioni del divario con l'Europa – Sotto finanziamento strutturale: 

Il dato del 6,3% del PIL conferma che il sotto finanziamento pubblico della sanità italiana è una questione strutturale. 


Aumento della spesa privata: 

La minore spesa pubblica spinge le Regioni e i cittadini a spendere di più di tasca propria per visite e prestazioni.


Difficoltà per il SSN: 

  • La carenza di fondi pubblici mette in difficoltà le Regioni nel garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e aumenta il bisogno di cure più costose e complesse. 


Criticità per i cittadini: 

  • Aumento di liste d'attesa, pronto soccorso al collasso, carenza di medici, e la crescente necessità di ricorrere a prestazioni private, con circa 5,8 milioni di italiani costretti a pagare di tasca propria nel 2024. 


Spesa sanitaria privata - Out-of-pocket elevata: 

  • La spesa sanitaria privata in Italia nel 2023 (1.115 dollari) supera la media dell'OCSE (906 dollari) e quella europea (906 dollari), mentre la componente intermediata (assicurazioni) è inferiore alle medie.


Dati pro-capite: 

  • Per l'Italia, il 2023 ha visto una spesa out-of-pocket pro-capite in aumento, quasi raddoppiata rispetto al 2013.

 

Ma tornando a noi: quanto è importante investire in prevenzione? Ma soprattutto il Governo Meloni ne ha compreso davvero l’importanza?

Ogni patologia grave intercettata tramite la prevenzione, consente grandi risparmi alle casse dello STATO

«Numerosi studi, compresi quelli delle istituzioni europee e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimostrano che ogni euro investito in prevenzione può generare benefici economici e sociali fino a 14 euro». Riduzione dei costi sanitari diretti, minori ospedalizzazioni e meno perdite di produttività.


I risparmi stimati per il SSN

Anche l’Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica dell’Università Cattolica (ALTEMS) conferma il potenziale risparmio: interventi mirati su fumo, alcol, sedentarietà e cattiva alimentazione potrebbero far risparmiare al solo SSN più di 1 miliardo di euro l’anno.


Italia ancora indietro sulla spesa per prevenzione

L’Italia ancora oggi, destina ancora troppo poco alla prevenzione: nel 2022 la spesa era pari al 6,04% del totale sanitario, contro una media europea del 6,5%. La spesa pro capite si ferma a 180 euro, molto al di sotto di Paesi come Germania (458 euro) e Austria (411 euro). Questo sotto finanziamento rallenta il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica e rischia di far crescere i costi sanitari nel medio-lungo periodo, mettendo in difficoltà i conti pubblici.


Un Paese anziano che deve investire di più

In un Paese in cui un quarto della popolazione ha più di 65 anni e metà di queste persone convive con almeno due malattie croniche, investire in prevenzione è un’azione ad alto rendimento sociale ed economico.


Screening

Solo nel 2023, i tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina hanno colpito più di 104 mila persone: quasi 54 mila casi di tumore alla mammella e oltre 48 mila al colon-retto. In alcune regioni del Sud le adesioni sono ancora più basse, molto lontane dall’obiettivo del 90% fissato dall’Unione Europea per il 2025.


Ma IL GOVERNO ITALIANO COSA FA PER LA PREVENZIONE?

Il Ministero dell’Economia nella persona del Ministro Giancarlo Giorgetti dice no all’emendamento che avrebbe stanziato 6 milioni di euro alla prevenzione. Nella fattispecie allo screening del carcinoma mammario. Il progetto prevedeva di estendere lo screening mammografico gratuito alle fasce di età comprese tra i 45 e i 49 anni, e dai 70 ai 74 anni. Attualmente escluse dal programma del SSN è però una priorità già da tempo delle linee guida europee. L’obiettivo è diagnosticare precocemente un maggior numero di neoplasie in questa fascia di età. Ad oggi lo screening è previsto solo nell’età dal 50 a 69 anni. Il progetto è stato bocciato a causa della mancanza di fondi, investiti altrove.


Quindi lo stanziamento “mancato” dei fondi per la prevenzione del carcinoma mammario dove sono finiti? A cosa saranno destinati?


Le spese per la difesa e gli aiuti in Ucraina sono costati ai cittadini italiani 32 miliardi di cui una parte per i nuovi armamenti. Questo ha limitato fortemente le risorse destinate al welfare, scuola e istruzione.


Ponte sullo stretto di Messina, prevede un costo molto alto pari a 13,5 miliardi solo per l’opera principale, 11,3 miliardi a carico dello Stato nel periodo 2024 – 2032 in base alla legge di bilancio, con dubbi sull’effettiva utilità economica rispetto al costo e l’impatto ambientale.


In che modo spendiamo i soldi pubblici a discapito di vere priorità del paese?

 

FONTI:

https://prevenzione-salute.com/prevenzione/prevenzione-la-chiave-per-un-ssn-sostenibile/#:~:text=Il%20valore%20economico%20della%20prevenzione,e%20meno%20perdite%20di%20produttivit%C3%A0.

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=131964#:~:text=Spesa%20sanitaria%20pubblica%20in%20percentuale,%2C4%25%20del%20Pil).

https://www.iss.it/it/web/guest/-/snlg-screening-diagnosi-tumore-mammella

https://cancer-screening-and-care.jrc.ec.europa.eu/en/ecibc/european-breast-cancer-guidelines

https://www.repubblica.it/salute/dossier/saluteseno/2025/03/21/news/screening_tumore_seno_stop_fondi_per_estenderlo_alle_giovani_emendamento_ddl_1241-424077920/

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1983-12-27;730~art30

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=128781

https://quifinanza.it/salute/tumore-seno-fondi-bloccati-ministero/895669/

https://www.lastampa.it/politica/2025/03/19/news/mef_fondo_prevenzione_tumore_seno-15060771/

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2025/03/19/il-mef-boccia-lemendamento-per-fondo-prevenzione-tumori-a-seno_e89804f1-3e2a-41a2-a800-68a8b4e2de57.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/19/mef-boccia-emendamento-maggioranza-tumore-seno/7919781/ 

Autore: Gabriella Scrimieri 17 novembre 2025
Autore: Gabriella Scrimieri 14 novembre 2025
Il Diabete è una delle più diffuse malattie croniche non trasmissibili e rappresenta una patologia complessa, che, per il suo forte impatto socio-economico e sanitario , necessita di una forte attenzione istituzionale. È definito dall’OMS come “disordine metabolico ad eziologia multipla, caratterizzato da iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine, derivanti da difetti della secrezione insulinica o dell’azione insulinica o di entrambe”. In Italia si stima la presenza di 4 milioni di persone con diabete diagnosticato, pari al 6,2% della popolazione, con un trend in aumento negli ultimi anni. A queste si aggiungono 1,5 milioni di casi non diagnosticati. La prevalenza cresce con l’età, fino al 20% tra gli over 75, ed è maggiore tra gli uomini (6,9%) rispetto alle donne (5,7%). La distribuzione è fortemente condizionata da fattori territoriali e sociali: le Regioni del Sud registrano una prevalenza del 7,9%, contro il 5,5% del Nord-Est. Il diabete risulta inoltre tre volte più frequente tra chi ha basso livello d’istruzione o difficoltà economiche. La prevenzione del diabete evidenzia differenze significative tra Nord e Sud Italia, con il Sud e le Isole che registrano tassi di prevalenza più elevati, in parte a causa di stili di vita e condizioni socio-economiche differenti. Queste disuguaglianze si riflettono nell'esposizione ai fattori di rischio e nella disponibilità di risorse per la prevenzione e la gestione della malattia, anche se le strategie preventive di base, come la dieta sana e l'attività fisica, sono le stesse in tutto il paese. Tra i principali fattori di rischio , la sedentarietà e l’eccesso ponderale restano in primo piano. Nel 2023 il 46,3% degli adulti era in sovrappeso e l’11,8% obeso, con valori più alti negli uomini e nel Mezzogiorno. Nei bambini di 8-9 anni (sorveglianza OKkio alla Salute 2023), il sovrappeso riguarda il 19% e l’obesità il 9,8%, con tendenza alla stabilizzazione ma differenze marcate tra Nord e Sud sussistono in maniera importante. Anche tra gli adolescenti (studio HBSC 2022) si osservano abitudini alimentari scorrette, consumo ridotto di frutta e verdura e insufficiente attività fisica quotidiana. La Legge 130/2023, che introduce gli screening pediatrici per diabete tipo 1 e celiachia, viene indicata come esempio di politica di prevenzione precoce. Ma è possibile applicarla in tutte le regioni? Mentre sul fronte economico, la spesa pubblica per i farmaci antidiabetici ha raggiunto 1,45 miliardi di euro nel 2023 (+7,6% rispetto al 2022). L’aumento è attribuito soprattutto all’espansione delle terapie con GLP-1 e gliflozine, a fronte di una lieve contrazione nell’uso delle insuline combinate. Il costo sociale e sanitario è molto elevato: il diabete e le sue complicanze pesano moltissimo sul Sistema Sanitario Nazionale, motivo per cui bisognerebbe investire tanto sulla prevenzione. La Prevenzione primaria si basa su principi fondamentali, quali: - Promuovere stili di vita sani, alimentazione bilanciata e corretta, attività fisica, controllo del peso, aderenza alla terapia. - Migliorare la diagnosi precoce, identificare subito le persone nella fase “prediabete” o ad alto, rischio per prevenire la malattia conclamata. - Garantire equità territoriale e sociale. Assicurare l’accesso alle attività di prevenzione screening e cura ovunque. - Favorire l’integrazione tra settore sanitario, comunità, scuola ambiente. Fonti: Legge 16 marzo 1987, n. 115, recante “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” Ministero della Salute Relazione 2024 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/09/27/23G00140/sg https://www.sanita33.it/governo-e-parlamento/6434/diabete-in-italia-4-milioni-di-casi-e-forti-disuguaglianze-focus-su-prevenzione-e-stili-di-vita-sani.html
Autore: Gabriella Scrimieri 13 novembre 2025
L’Assessore al Welfare della Regione Lombardia emana una delibera, datata 15 settembre, per favorire l’ingresso delle assicurazioni e dei fondi finanziari negli ospedali pubblici.
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Autore: Gabriella Scrimieri 17 novembre 2025
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Autore: Gabriella Scrimieri 13 novembre 2025
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