Ma quanto spende l’Italia per l’Istruzione e di conseguenza per la Salute?
Articolo scritto da Gabriella Scrimieri

Forse il livello culturale si è abbassato molto in Italia? E questo per quale motivo?
Considerati il PIL, il debito pubblico (137% del PIL) e la scarsa attenzione dello Stato per l’educazione dei giovani, anche il livello di scolarità è molto basso.
Nel 2022 la percentuale di adulti poco istruita era del 37%, decisamente superiore al valore medio europeo che si attestava al 20,5%. In Italia l’istruzione obbligatoria è di 10 anni, in altri paesi europei è più alta. 15 anni in Francia, 13 in Belgio e Ungheria, 12 in Germania.
L’abbandono degli studi è molto elevato e più alto che in altri paesi europei riguarda il 12,7% della popolazione. La situazione dell’educazione giovanile in Europa indica che globalmente nel 2023 abbiamo il 41% della popolazione europea di età compresa tra i 25 e i 34 anni che hanno conseguito una laurea. L’Italia con il 28% dei laureati supera solo la Romania. Il Lussemburgo e l’Irlanda sono in cima alla graduatoria con il 63 e il 62% dei laureati.
Ma quanto spende l’Italia per l’istruzione?
L’Italia spende, rispetto al suo PIL il 4,1 % (pari a 52,4 miliardi nel 2024), una spesa in relativa diminuzione comunque inferiore a quella di altri paesi europei dell’UE, che in media spendono il 4,8%.
La Svezia spende il 7,6 %, la Francia il 5,5%, la Spagna il 4,6%, la Germania il 4,5%. Solo il 33% dei bambini fra 0-2 anni ha la possibilità di frequentare asili nido, contro il 36,2% della media europea, fra cui si distinguono Francia e Spagna con il 55%.
Il PNRR interverrà a far evolvere la parte strutturale delle scuole, infatti gli edifici cadono a pezzi letteralmente parlando, non funzionano i riscaldamenti, le scuole sono spesso al freddo. Le spese previste saranno 4,6 miliardi per gli asili nido e 3,9 miliardi per le scuole.
Essere istruiti significa essere in salute
Il COVID-19 docet. Questo virus ci ha lasciato tanti insegnamenti tra cui, l’impreparazione e l’incompetenza: “quale arma letale”. La mancanza di un vero e proprio piano pandemico aggiornato, per poter aggredire l’emergenza, ha fatto sì che insorgessero tanti dubbi, inefficienze organizzative e gestionali, fraintendimenti e personaggi che pur ignorando qualsiasi concetto base di medicina, epidemiologia e virologia si ergeva a “esperto” della materia dettando strategie e insegnamenti fantasiosi. Improvvisazioni mediatiche di santoni che scongiuravano pericoli e negavano i morti e le numerose presenze nelle terapie intensive.
La conoscenza è la base per poter discernere la verità, poter compiere delle scelte consapevoli oculate e basate su evidenze scientifiche.
Senza dimenticare che la mancata o scarsa istruzione e conoscenza aiuta sedicenti “approfittatori del momento” a plagiare le menti povere, magari con l’intento di estorcere denari.
La scarsa istruzione confermata dai dati citati è importante motivo di povertà e la povertà è motivo di aumento di fattori di rischio per la salute.
Faccio alcuni esempi: l’obesità è presente nel 17,7% fra i poveri rispetto al 8,1% dei benestanti. L’ictus cerebrale raddoppia nei poveri rispetto ai benestanti. Nel caso della pandemia la mortalità passava da 35/100.000 abitanti femmine ricche a 56 per le povere. Analogamente il rapporto era di 77 maschi benestanti a 106 poveri. Fra i maschi in possesso di una laurea i fumatori sono il 19,2%, rispetto al 30,5% di chi ha solo la licenza media.
La disuguaglianza rispetto al tema salute è in forte contraddizione con i principi della Costituzione.
Concludendo: perché non si investe più di tanto in istruzione dando sempre la priorità ad altri argomenti ritenuti più importanti? Se l’istruzione è anche salute, perché non si generano circuiti favorevoli che agevolino la scuola e quindi le famiglie a non abbandonare gli studi precocemente? Un vero Welfare per giovani, disoccupati e famiglie con figli.
Sicuramente il popolo ignorante è uno strumento di distruzione di massa inconsapevole (per il popolo). Per la politica questo si traduce in voti e promesse becere. Nel lungo periodo però la strategia di creare un popolo ignorante, che crede alle propagande di piazza, a personaggi che fanno dell’autorità (non autorevolezza) un cavallo di battaglia, potrà solo generare una secessione storico/culturale pericolosa. La politica consapevolmente potrà plasmare un popolo di uomini e donne obbedienti, privi di capacità critiche, malati e sempre più malati, ma per loro “(s)fortuna” inconsapevoli.
Fonti:
Commissione Europea/EACEA/Eurydice, 2020. Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe – 2018/19. Eurydice Informazioni e Dati. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea.
EUROSTAT, Tertiary education attainment, 2023 (% of population aged 25-34)
Garattini S., Prevenzione è rivoluzione, Il Mulino, Bologna 2023.
Istituto Nazionale di Statistica, ISTAT, In Rapporto annuale 2023. La situazione del Paese, Roma 2023.
Istituto Nazionale di Statistica, ISTAT, In Rapporto annuale 2023. La situazione del Paese, Roma 2024.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2007)


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