3 novembre 2025

Italia sempre più povera e investimenti per aiutare i cittadini sempre meno prioritari

Articolo scritto da Gabriella Scrimieri

Siamo così sicuri che gli investimenti fatti negli ultimi anni siano proprio a favore dei cittadini, che sono gli stessi che pagano le tasse?

La crescita economica è stagnante, l’Italia cresce molto meno rispetto ad altri paesi europei. Il PIL pro capite è rimasto quasi fermo agli anni 2000, mentre gli altri paesi hanno continuato a crescere. Ma per quale motivo? Forse per mancanza di investimenti, soprattutto nel sud e nelle infrastrutture?

La produttività del lavoro è cresciuta poco a causa della lenta burocrazia, la scarsa digitalizzazione delle imprese anche qui dovuto a bassi investimenti.

La popolazione italiana è tra le più anziane al mondo. Meno giovani, meno forza lavoro, meno contributi, più spesa per pensioni e sanità. Allacciandoci a questo concetto l’Italia secondo i dati ISTAT 2025 è tra i paesi dove si vive più a lungo ma si vive peggio. Quindi più malati, meno prevenzione, più costi sanitari.

La fuga dei cervelli altro problema annoso. L’Italia spende in formazione e qualificazione di giovani che poi a causa di migliori condizioni emigrano all’estero. L’Italia in compenso non attrae cervelli e quindi giovani qualificati da altri paesi.

Il nostro mercato del lavoro è rigido. Alta disoccupazione giovanile, molto diffuso il lavoro precario e sottopagato. E inoltre Nord e Sud vivono realtà molto diversificate.

Il debito pubblico oggi supera il 140% del PIL, questo riduce margini di manovra di investimenti, più interessi sul debito che assorbono risorse impiegabili in istruzione, scuola, sanità, ricerca. Inoltre il debito pubblico in Italia è aumentato nel 2024 + 91,5 miliardi in 12 mesi, e nel giugno 2025 si attestava a + 116,6 miliardi rispetto all’anno precedente. In sintesi un aumento del debito di 170-200 miliardi in poco più di un anno e mezzo.

Altro dramma è l’inflazione e la perdita di potere d’acquisto. Negli ultimi anni l’inflazione ha eroso i salari reali. Gli stipendi degli italiani sono tra i più bassi in Europa scesi addirittura sotto il periodo degli anni 90’.

L’evasione fiscale stimata attorno a 100 miliardi l’anno. E i vincoli europei imposti appunto dall’Europa che ha creato grandi difficoltà delle imprese italiane a competere con aziende di paesi a basso costo.   


MA PERCHE’ L’ITALIA E’ SEMPRE PIU’ POVERA?

Anche per investimenti sbagliati e non priorità per il paese che assorbono risorse che dovrebbero essere destinate alla sanità, alla scuola, ai trasporti.

In Italia stiamo inseguendo le misure imposte dall’America di TRUMP. Ad oggi siamo quasi al 2% del PIL in spesa per armamenti e difesa, che in futuro dovrà raggiungere il 5% del PIL.   

Poi abbiamo il Ponte sullo stretto di Messina e le Olimpiadi.

Le spese militari sono considerate da questo governo ormai una priorità. Infatti l’Italia ha aumentato le spese per la difesa negli ultimi anni. Ad oggi siamo in prima linea per aver già chiesto un prestito per acquisto di armi e difesa. Il governo italiano ha avanzato una richiesta per accedere al fondo europeo SAFE per la difesa, al fine di ricevere finanziamenti nel settore bellico. La richiesta prevede l’accesso a 14 miliardi di euro in cinque anni, con rimborsi da spalmare in 45 anni. Il fondo SAFE è una delle iniziative previste dal piano di riarmo lanciato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Questo prevede la raccolta di una somma pari a 150 miliardi di euro da erogare sotto forma di prestiti diretti agli stati che ne fanno richiesta. La richiesta per l’Italia è stata prodotto ed inviata nella notte del 29 luglio dopo un vertice tra la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Guido Crosetto.   

Intanto nel 2024 abbiamo già speso 30 miliardi di euro, valore in crescita rispetto agli anni precedenti.

Il ponte sullo stretto è un’altra priorità rispetto al welfare, sanità, scuola .Il costo stimato è di 14 miliardi di euro, ma potrebbe salire. Forse servirebbero prima le strade, le ferrovie e i trasporti funzionanti invece che i voli pindarici che potrebbero fallire a spesa dei contribuenti.



Poi abbiamo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Costo previsto 3 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati. Il rischio che si potrebbe verificare (come spesso accade in Italia) è che le opere restino incompiute sottoutilizzate e abbandonate dopo l’evento, come avvenuto già ad Atene ne 2004 e a Torino nel 2006. Il ritorno sociale ed economico sarà all’altezza degli investimenti iniziali? Non dimentichiamo anche l’oneroso problema della deforestazione.


In sintesi spingere risorse pubbliche verso opere a bassa priorità sociale, lasciare indietro settori cruciali come la sanità, la scuola il welfare, la lotta alla povertà e l’istruzione, creare un debito pubblico senza un reale ritorno per i cittadini, è da vero suicidio per noi “non politici e liberi cittadini”.

Una politica pubblica efficace dovrebbe valutare costi e benefici sociali, non solo economici e politici. Investire prima dove c’è maggior bisogno, evitare sprechi e opere faraoniche non sostenibili e non urgenti.

Un welfare sbagliato significa che molti soldi vanno a sostenere pensioni e spesa corrente, meno la prevenzione., l’educazione e lo sviluppo sociale. Il basso investimento per l’istruzione significa meno investimenti sul capitale umano, insegnanti, ricerca, formazione digitale. Questo peserà sulla competitività futura, sull’attrarre nuovi cervelli, sull’innovazione e la tecnologia avanzata. 

    

Fonti:

https://pagellapolitica.it/articoli/crescita-italia-bassa-ue-commissione-previsioni

https://www.corriere.it/economia/finanza/24_ottobre_30/pil-l-italia-cresce-meno-della-media-ue-perche-il-pnrr-non-basta-ecco-cosa-sta-succedendo-3b90084a-438e-4fa3-a475-9e278b004xlk.shtml

https://www.orientamento.it/perche-produttivita-e-salari-non-crescono-in-italia-il-ruolo-della-struttura-produttiva/#:~:text=peso%20del%20terziario.-,Divario%20Nord%2DSud,la%20produttivit%C3%A0%20nazionale3%204.

https://www.istat.it/comunicato-stampa/le-prospettive-per-leconomia-italiana-nel-2024-2025-2/#:~:text=La%20vivace%20dinamica%20dell'occupazione,famiglie%20(+2%2C0%25)

https://quifinanza.it/economia/spese-difesa-130-miliardi-manovra-2026/933242/

https://www.flcgilromaelazio.it/istruzione-italia-ultima-in-europa-per-investimenti/

https://finanza.repubblica.it/News/2025/10/08/fondazione_gimbe_negli_ultimi_tre_anni_alla_sanita_13_1_miliardi_di_euro_in_meno-87/

https://www.lindipendente.online/2025/07/31/il-governo-italiano-ha-chiesto-un-prestito-da-14-miliardi-per-comprare-armi/

https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/archivi/radiocor.html

https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/Rapporto-Annuale-2025-integrale.pdf

https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

https://valori.it/rapporto-istat-


Autore: Gabriella Scrimieri 17 novembre 2025
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Il Diabete è una delle più diffuse malattie croniche non trasmissibili e rappresenta una patologia complessa, che, per il suo forte impatto socio-economico e sanitario , necessita di una forte attenzione istituzionale. È definito dall’OMS come “disordine metabolico ad eziologia multipla, caratterizzato da iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine, derivanti da difetti della secrezione insulinica o dell’azione insulinica o di entrambe”. In Italia si stima la presenza di 4 milioni di persone con diabete diagnosticato, pari al 6,2% della popolazione, con un trend in aumento negli ultimi anni. A queste si aggiungono 1,5 milioni di casi non diagnosticati. La prevalenza cresce con l’età, fino al 20% tra gli over 75, ed è maggiore tra gli uomini (6,9%) rispetto alle donne (5,7%). La distribuzione è fortemente condizionata da fattori territoriali e sociali: le Regioni del Sud registrano una prevalenza del 7,9%, contro il 5,5% del Nord-Est. Il diabete risulta inoltre tre volte più frequente tra chi ha basso livello d’istruzione o difficoltà economiche. La prevenzione del diabete evidenzia differenze significative tra Nord e Sud Italia, con il Sud e le Isole che registrano tassi di prevalenza più elevati, in parte a causa di stili di vita e condizioni socio-economiche differenti. Queste disuguaglianze si riflettono nell'esposizione ai fattori di rischio e nella disponibilità di risorse per la prevenzione e la gestione della malattia, anche se le strategie preventive di base, come la dieta sana e l'attività fisica, sono le stesse in tutto il paese. Tra i principali fattori di rischio , la sedentarietà e l’eccesso ponderale restano in primo piano. Nel 2023 il 46,3% degli adulti era in sovrappeso e l’11,8% obeso, con valori più alti negli uomini e nel Mezzogiorno. Nei bambini di 8-9 anni (sorveglianza OKkio alla Salute 2023), il sovrappeso riguarda il 19% e l’obesità il 9,8%, con tendenza alla stabilizzazione ma differenze marcate tra Nord e Sud sussistono in maniera importante. Anche tra gli adolescenti (studio HBSC 2022) si osservano abitudini alimentari scorrette, consumo ridotto di frutta e verdura e insufficiente attività fisica quotidiana. La Legge 130/2023, che introduce gli screening pediatrici per diabete tipo 1 e celiachia, viene indicata come esempio di politica di prevenzione precoce. Ma è possibile applicarla in tutte le regioni? Mentre sul fronte economico, la spesa pubblica per i farmaci antidiabetici ha raggiunto 1,45 miliardi di euro nel 2023 (+7,6% rispetto al 2022). L’aumento è attribuito soprattutto all’espansione delle terapie con GLP-1 e gliflozine, a fronte di una lieve contrazione nell’uso delle insuline combinate. Il costo sociale e sanitario è molto elevato: il diabete e le sue complicanze pesano moltissimo sul Sistema Sanitario Nazionale, motivo per cui bisognerebbe investire tanto sulla prevenzione. La Prevenzione primaria si basa su principi fondamentali, quali: - Promuovere stili di vita sani, alimentazione bilanciata e corretta, attività fisica, controllo del peso, aderenza alla terapia. - Migliorare la diagnosi precoce, identificare subito le persone nella fase “prediabete” o ad alto, rischio per prevenire la malattia conclamata. - Garantire equità territoriale e sociale. Assicurare l’accesso alle attività di prevenzione screening e cura ovunque. - Favorire l’integrazione tra settore sanitario, comunità, scuola ambiente. Fonti: Legge 16 marzo 1987, n. 115, recante “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” Ministero della Salute Relazione 2024 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/09/27/23G00140/sg https://www.sanita33.it/governo-e-parlamento/6434/diabete-in-italia-4-milioni-di-casi-e-forti-disuguaglianze-focus-su-prevenzione-e-stili-di-vita-sani.html
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