Cosa ha prodotto l'eliminazione del Reddito di Cittadinanza?
Articolo scritto da Gabriella Scrimieri

La povertà in Italia ha mostrato segni di aumento dopo la modifica o la cancellazione del Reddito di Cittadinanza (RDC).
La povertà in Italia ha mostrato segni di aumento dopo la modifica o la cancellazione del Reddito di Cittadinanza (RDC), che è stato introdotto nel 2019 come misura di supporto per le famiglie in difficoltà economica. Nel 2023, il governo Meloni ha deciso di ridurre progressivamente il RDC e sostituirlo con altre misure di welfare, come il Supporto per la Formazione e Lavoro (SFL), destinato principalmente a chi è in grado di lavorare. Questa misura è destinata ai cosiddetti "occupabili", ma ha visto un numero di beneficiari molto basso (circa 96.161 persone) a causa di limitazioni nell'accesso e risorse insufficienti. L’Istituto di statistica europeo ci dice che l’Italia è ultima in Europa per tasso di occupazione. E più penalizzati in assoluto sono le donne e i giovani. Poi c’è l’ADI (Assegno di inclusione) una misura molto più restrittiva del Rdc. L’ADI è la misura che sostituisce il RdC, ma è destinata solo a nuclei familiari in cui ci sono componenti con determinate caratteristiche, quali: condizione di fragilità economica e sociale, che hanno almeno un componente minorenne, disabile, over 60, o in condizione di svantaggio e inserito in un percorso di assistenza.
Secondo l’Istituto di statistica europeo in Italia: “Si stima che il passaggio dal Reddito di cittadinanza, già depotenziato nel corso del 2023, all’Assegno di inclusione, comporti un peggioramento dei redditi disponibili per circa 850mila famiglie” (3,2% delle famiglie residenti).
I dati ISTAT ci presentano un quadro riferito alla povertà in Italia negli ultimi anni, molto preoccupante. Nel 2023, l'incidenza della povertà assoluta è aumentata. Si è passati dal 7,7% della popolazione in povertà assoluta nel 2022 al 8,3% nel 2023. Questo incremento è stato parzialmente attribuito alla cessazione o riduzione dei benefici derivanti dal RDC. I dati del 2024 non sono più rincuoranti. Si stima che le famiglie in povertà assoluta che non ricevono più un supporto siano circa 4 milioni. Il quadro presentato dall’agenzia è inquietante e statico: 5,74 milioni di individui, e 2,22 milioni di famiglie sono intrappolati in una condizione di indigenza.
Alcuni studi e rapporti di associazioni come Caritas e Cgil hanno messo in evidenza che la povertà è aumentata tra le persone che erano beneficiarie del RDC, ma che ora non hanno più il sostegno economico. La povertà relativa, che considera il reddito delle persone rispetto alla media nazionale, è aumentata soprattutto nelle famiglie più vulnerabili, come quelle con minori a carico o persone con disabilità. Caritas offre analisi dettagliate sul fenomeno della povertà in Italia e sull'impatto delle politiche pubbliche come la rimozione del RDC. L'associazione ha evidenziato l'inefficacia delle misure alternative nel compensare l'eliminazione del RDC. Anche i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali confermano questa tendenza. Dopo il ridimensionamento del RDC, sono aumentate le richieste di aiuti alimentari e altre forme di supporto, segno che una parte significativa della popolazione non è riuscita a reinserirsi nel mercato del lavoro come previsto dal governo.
Ma quali sono state le reali Conseguenze dell'eliminazione del RDC?
Povertà estrema: Molte persone che vivevano in una condizione di povertà relativa non sono riuscite a trovare un lavoro stabile o a integrarsi nel mercato del lavoro e, quindi, sono ricadute in una condizione di povertà assoluta.
Aumento delle disuguaglianze: Le modifiche hanno avuto un impatto maggiore sulle famiglie con bassi livelli di istruzione, senza un lavoro stabile o quelle con bambini piccoli.
Sostituzione incompleta: Le politiche alternative (come il Supporto per la Formazione e Lavoro) non sono riuscite a garantire un sostegno economico sufficiente per tutte le persone che erano precedentemente beneficiarie del RDC.
L’ISTAT ci dice anche che delle 850mila famiglie che nel passaggio dal RdC all’Assegno di inclusione ben 620mila non hanno più alcun sostegno. Di queste 220mila non hanno al loro interno persone occupabili, ma “perdono il beneficio perché nel decreto istitutivo dell’Adi, a differenza di quanto previsto nel regime RdC, non è presente un innalzamento della soglia di reddito per le famiglie in affitto rispetto a quelle che vivono in casa di proprietà”. E ancora: ci sono altre 230mila famiglie con persone non occupabili che, pur ricevendo l’Adi, “vedono peggiorare il proprio reddito perché pur continuando a ricevere il beneficio questo risulta di importo inferiore a quello che avrebbero avuto con le regole del Rdc”.
l’Italia in termini di occupazione e lavoro, è ancora LONTANA DALL’EUROPA.
i motivi sono i seguenti:
- Il tasso di occupazione è molto più alto
- esiste una legge sul salario minino legale
- buste paga e il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici è salito
- esistono strumenti universalistici per contrastare la povertà
Molti paesi europei offrono un reddito di base o sussidi per poveri e disagiati. Tra questi, persone con bassa istruzione.
Esempi di programmi europei:
· Spagna: Ingreso minimo vital (IMV).
· Francia: Revenu de solidarité active (RSA).
· Danimarca: Kontanthjælp.
· Germania: Bürgergeld.
· Belgio: Sussidi di base o "reddito minimo".
· Irlanda: Supplementary Welfare Allowance.
· Lussemburgo: Ha un sistema di welfare sociale che include misure di sostegno al reddito.
· Svezia: Offre sussidi di base per le persone con redditi bassi.
Alcuni sistemi sono più unitari e coprono la maggior parte delle famiglie bisognose, come in Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Svezia, Slovacchia e Spagna.
In Italia le priorità attuali dell’esecutivo sono orientate al riarmo, alle Olimpiadi invernali, al ponte sullo stretto, ai centri in Albania che hanno già fatto defluire milioni di euro di soldi pubblici.
L'introduzione e l'eliminazione del RDC ha avuto un impatto significativo sulla povertà in Italia, con il rischio che le persone vulnerabili vengano lasciate senza un adeguato supporto. Sebbene alcune politiche alternative siano state proposte, non sembrano essere sufficienti a contrastare l'aumento della povertà, che risulta essere un problema ancora molto rilevante nel nostro paese.
Fonti:
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/La-poverta-in-italia-_-Anno-2024.pdf
https://www.caritas.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/06/report_stampa_9_06_25.pdf
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/14/poverta-assoluta-affitto-istat-dati-oggi/8159851/
https://euroborsa.it/poverta-italia-barbaresi-cgil.aspx


Condividi questo articolo




