20 novembre 2025

Il Pnrr un’opportunità che rischia di perdersi

Articolo scritto da Gabriella Scrimieri

I fondi del Pnrr devono essere spesi entro scadenze molto precise, fissate dall'UE, altrimenti rischiano di scadere. 


I fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) derivano dal programma europeo NextGenerationEU, proposto dalla Commissione Europea nel 2020 e approvato dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento europeo.
Ogni Stato membro ha poi elaborato il proprio piano nazionale: in Italia il Pnrr è stato predisposto dal
Governo Conte II (con Giuseppe Conte) e poi presentato e affinato dal Governo Draghi. Quindi:

ð       L’UE ha messo a disposizione i fondi.

ð       Il governo italiano dell’epoca (Conte II → Draghi) ha scelto di accedervi e ha definito il piano.

Perché i fondi rischiano di “scadere”?

 I fondi del PNRR devono essere spesi entro scadenze molto precise, fissate dall'UE.

Rischiano di non essere utilizzati o di andare persi per vari motivi.

Perché non vengono usati?

  • gli enti non hanno capacità amministrativa adeguata
  • i costi sono aumentati
  • la burocrazia è complessa
  • mancanza di competenze
  • alcuni progetti sono stati scelti male
  • ci sono state continue revisioni del piano
  • i cambi di governo che dettano regole diverse

Quando scadono? 31 agosto 2026 per completare tutto (con chiusura pagamenti entro fine 2026).

L’Italia ha chiesto più volte modifiche al PNRR (con Draghi e poi con Meloni), e ogni revisione richiede nuovi passaggi approvativi, rallentando ulteriormente i passaggi.

Ma il Pnrr è un finanziamento che pagheranno gli italiani?

Il Pnrr è composto da due tipi di fondi:

A) Sovvenzioni a fondo perduto (≈ 69 miliardi)

ð       L’Italia non dovrà restituirle

ð       Non aumentano il debito pubblico

ð       Sono finanziate dall’UE attraverso emissione di titoli comuni europei. Questa parte non la pagano direttamente gli italiani.

B) Prestiti agevolati (≈ 122 miliardi)

ð       Questi sono debito a carico dell’Italia

ð       Andranno restituiti nel tempo dallo Stato italiano
Questa parte ricade sul bilancio pubblico, quindi indirettamente sugli italiani (come ogni debito dello Stato).

Quindi quanto è “a carico” dell’Italia?

Su circa 191,5 miliardi totali del PNRR:

ð       69 miliardi = contributi gratis

ð       122 miliardi = prestiti da restituire

Ma gli italiani pagheranno “di più” a causa del Pnrr?

Dipende da come viene usato il denaro:

ð       Se genera crescita economica, l’aumento del debito sarà compensato da maggiore PIL ed entrate fiscali.

ð       Se i progetti non vengono realizzati bene o non producono ritorni, allora sì, il debito peserà sui conti pubblici futuri. 


Alcune regioni stentano nell’utilizzo dei fondi Pnrr

ð       Secondo il report di Openpolis “IL Pnrr a un anno”, la spesa non è omogenea: alcune regioni hanno molti progetti, ma non sempre le risorse vengono usate con la stessa efficienza.

ð       Il Rapporto SVIMEZ (2024) evidenzia che, per le “Case della Comunità” (parte del PNRR), nelle regioni meridionali (es. Sicilia, Calabria, Basilicata) molti progetti non sono ancora avviati o sono in ritardo.

ð       L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), nelle sue rilevazioni, mostra che al Mezzogiorno la percentuale di cantieri PNRR avviati o conclusi è significativamente più bassa rispetto al Nord.

Cosa comporta la perdita dei fondi del Pnrr per la sanità?

I fondi del Pnrr destinati alla sanità sono una componente importante del piano di ripresa, in quanto mirano a rafforzare l'infrastruttura sanitaria del Paese, potenziare la medicina territoriale, digitalizzare il settore, e migliorare l’efficienza del sistema sanitario nazionale.


Se questi fondi non vengono utilizzati entro la scadenza prevista, il danno al Sistema Sanitario sarebbe ingente. Tra cui:

 1. Perdita di risorse fondamentali per l'ammodernamento delle strutture sanitarie

Una parte dei fondi è destinata alla costruzione di Case della Comunità (strutture sanitarie di prossimità) e ospedali di comunità, che sono previsti per migliorare l'accesso alle cure primarie e decongestionare gli ospedali.

2. Rischio di non completamento dei progetti di digitalizzazione e telemedicina

3. Impatto negativo sulle risorse per la formazione e il rafforzamento del personale sanitario.

Parte dei fondi del PNRR è destinata anche alla formazione dei professionisti sanitari, in particolare per:

ð       formare nuove figure professionali (es. infermieri specializzati),

ð       aggiornare medici e personale sulla gestione di tecnologie digitali e innovazioni nel settore sanitario.


Ma quale sarebbe l’Impatto:

ð       Aumento delle disuguaglianze nell'accesso alle cure e nella qualità dei servizi sanitari

ð       Difficoltà nell'aggiornare il personale, con mancanza di competenze per gestire i nuovi modelli di assistenza sanitaria (digitalizzazione, medicina territoriale, ecc.)

Ma cosa può fare l’Italia?

ð       Accelerare i tempi di attuazione dei progetti, ad esempio aumentando la capacità delle amministrazioni locali di gestire i fondi

ð       Ottimizzare la burocrazia, semplificando le procedure di appalto e autorizzazione

ð       Rafforzare la governance e i sistemi di monitoraggio, in modo che le risorse vengano allocate più rapidamente ed efficacemente.

 

                                                                           

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